reader.chapter — L’Ombra del Varco
Dante
Sangue mi scorre lungo il fianco, caldo e appiccicoso, ogni passo un’agonia che mi trafigge come una lama. La Foresta di Selvoscuro mi avvolge, un dedalo di ombre e corruzione, con querce contorte che stillano linfa nera come lacrime di un dio dimenticato. La nebbia violacea mi soffoca, densa e acida, bruciandomi la gola mentre il ronzio del varco mi scuote le ossa, un urlo profondo che sembra chiamarmi. Crepe luminescenti viola pulsano nel terreno fangoso, come vene di un cuore malato, e io barcollo, il mondo che si sfoca ai margini della mia visione. La ferita inferta da quella cagna di Luna brucia, un marchio di sconfitta che non posso accettare. Non ancora. Non finché Alina Moretti respira.
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