reader.chapter — Patto con l’Oscurità

Dante Rossi

Un rantolo mi sfugge dalle labbra, un suono umido e spezzato, mentre striscio sul terreno screpolato della Radura dell’Altare Antico Corrotta. Ogni movimento è un’agonia, la ferita al fianco pulsa come un cuore malato, riversando sangue che si mescola alla linfa nera stillante dagli alberi contorti. La nebbia violacea mi soffoca, densa come un sudario, bruciandomi i polmoni con il suo odore di cenere e metallo. Sopra di me, il cielo è un vortice di lampi indaco, e un ronzio incessante scuote l’aria, vibrando nelle mie ossa come un presagio di morte. Mi appoggio alla lastra centrale dell’altare, le rune distorte incise sulla pietra che brillano di una luce viola accecante, quasi viva. Le dita tremano mentre stringo il pugnale runico, il suo bagliore instabile uno specchio del caos che mi divora dentro.