Scarica l'app

Romanzi romantici in un solo posto

reader.chapterSegreti nel Fango


Alina Moretti

Una pioggia acida di linfa rossa cade dagli alberi contorti del Bosco delle Lacrime, ogni goccia che mi colpisce la pelle è come un ago arroventato che scava nei graffi già aperti. Il fango sotto i miei piedi cede a ogni passo, un risucchio freddo e appiccicoso che mi tira verso il basso, come se la foresta stessa volesse inghiottirmi. Stringo il Sigillo di Umbra con dita tremanti, il disco di ossidiana che pulsa di un gelo innaturale, bruciandomi il palmo fino a far riaprire la cicatrice infiammata. Un dolore sordo si irradia nel mio corpo, ma non è niente rispetto al vuoto che mi divora dentro, un’ombra viva che si allarga a ogni battito del cuore. La nebbia violacea ci avvolge, densa come un respiro malato, soffocando ogni luce e lasciando solo un ronzio profondo, un’eco del varco che mi vibra nelle ossa.

Accanto a me, Kael zoppica, la sua figura alta e muscolosa piegata dal dolore. La ferita al petto sanguina ancora, macchiando le bende fradice e i brandelli dei suoi abiti scuri. La sua pelle abbronzata è pallida, quasi grigia sotto la luce spettrale della foresta, ma i suoi occhi ambra brillano di una determinazione che mi stringe il cuore. Ogni suo respiro è un rantolo, un suono che mi trafigge più della linfa che mi brucia. Non so come faccia a reggersi in piedi, eppure lo fa, per me. Mi sfiora il braccio con una mano ruvida, un tocco caldo che contrasta il gelo del Sigillo, un’ancora che mi impedisce di sprofondare del tutto.

“Non fermarti, Alina,” ringhia con voce roca, spezzata dalla fatica. “Dobbiamo raggiungere la Radura.”

Annuisco, ma le gambe mi tremano, non solo per la stanchezza. Nella mia mente, un sussurro morbido e seducente si fa strada, come un vento freddo che mi accarezza l’anima. “Cedimi, piccola luce,” mormora il Divoratore di Mondi, la sua voce un’eco di tenebra che mi fa rabbrividire. Davanti ai miei occhi, un’immagine si forma dalla nebbia: Kael, inghiottito da un abisso di fuoco nero, le sue mani che si tendono verso di me prima di sparire, la sua voce che mi chiama un’ultima volta. Un singhiozzo mi sfugge, le lacrime che si mescolano alla linfa acida sul mio viso. Non posso perderlo. Non posso.

Il terreno trema improvvisamente, una crepa si apre poco lontano, vomitando un bagliore viola accecante che illumina la foresta come un fulmine malato. Il ronzio si intensifica, un urlo nelle mie orecchie, e il Sigillo pulsa con più forza, quasi in sincronia con il varco. Mi fermo, il fiato corto, mentre Kael mi tira avanti, il suo tocco disperato. “Non guardare. Continua a muoverti,” ordina, il tono che non ammette repliche. Ma io lo sento, quel richiamo, quel vuoto che mi reclama. Stringo i denti e lo seguo, ogni passo una lotta contro me stessa.

Dopo un’eternità di fango e dolore, raggiungiamo la Radura dell’Altare Antico. La terra qui è screpolata, solcata da crepe profonde che emettono la stessa luce viola, un bagliore che danza come un fuoco spettrale. Gli alberi intorno sono contorti, i rami come artigli che si stagliano contro un cielo senza stelle. L’aria è gelida, satura di un odore metallico e di cenere, e un ronzio incessante scuote il terreno sotto di noi. Mi guardo intorno, il cuore che batte all’impazzata, quando due figure emergono dalla nebbia.

“Alina!” La voce di Giulia è un misto di sollievo e terrore, spezzata dalla stanchezza. I suoi capelli rossi sono incrostati di fango, il viso segnato da graffi e occhiaie profonde. Stringe al petto un manoscritto antico, le pagine ingiallite che tremano nelle sue mani. Accanto a lei c’è mia madre, Elisa, il viso scavato e gli occhi verdi—così simili ai miei—pieni di un rimorso che non riesco a decifrare. Tra le sue dita, un amuleto spezzato riflette la luce viola delle crepe, un oggetto che sembra pesare più di quanto dovrebbe. La tensione tra noi è palpabile, un silenzio carico di domande che non oso ancora fare.

“Che ci fate qui?” chiedo, la voce tremante, un misto di paura e rabbia che mi brucia in gola. Mi avvicino, ma il Sigillo pulsa di nuovo, facendomi trasalire. La nebbia intorno a noi sembra sussurrare, visioni di fuoco nero che danzano ai margini della mia vista, e devo stringere i denti per non cedere al panico.

“Dovevamo trovarti,” risponde Giulia, il tono urgente mentre si guarda intorno, come se si aspettasse un attacco da un momento all’altro. “Ho trovato questo nella Biblioteca Comunale Dimenticata. Parla del guardiano… e di un modo per spezzare il patto con… quello che ti tormenta.” Le sue mani tremano mentre apre il manoscritto, sfogliando pagine scritte in una lingua che non riconosco.

“Di cosa parla esattamente?” interviene Kael, la voce roca e bassa, un ringhio appena trattenuto. Si piazza davanti a me, il suo corpo una barriera nonostante il sangue che gli cola lungo il torso. Giulia esita, i suoi occhi marroni che guizzano verso Elisa, poi verso di me.

“Dice che il guardiano si trova nella Cripta delle Lamentazioni,” inizia, la voce che si incrina. “Un labirinto sotterraneo, nascosto nella foresta. Parla di un rituale per spezzare il patto con il Divoratore di Mondi… ma c’è un prezzo. Un prezzo inevitabile.” Quelle parole mi gelano il sangue, e il Sigillo sembra rispondere, il suo gelo che mi trafigge come una lama. Un sussurro torna nella mia mente: “Cedimi, e non ci sarà alcun prezzo da pagare.” Stringo i pugni, scacciando quella voce viscida.

“Quale prezzo?” chiedo, il tono spezzato, implorante. Ma Giulia scuote la testa, impotente, mentre Elisa distoglie lo sguardo, stringendo l’amuleto con tanta forza che le nocche sbiancano. La rabbia mi monta dentro, un’ondata che mi fa tremare. “Mamma, tu sai qualcosa, vero? Dimmi la verità. Cosa sai di me? Di tutto questo?”

Elisa mi guarda finalmente, le lacrime che le rigano il viso, lasciando tracce nel fango che le copre le guance. “Non è il momento, Alina,” mormora, la voce tremante, evitando il contatto visivo. “Non puoi sopportare tutto ora.” Le sue parole sono un colpo al petto, un rifiuto che mi fa vacillare. Vorrei urlare, colpirla, costringerla a parlare, ma il peso del Sigillo e del vuoto dentro di me mi tiene inchiodata al terreno. Giulia posa una mano sulla mia spalla, un gesto di conforto che però non basta a colmare il baratro che si è aperto tra me e mia madre.

Prima che possa rispondere, un ruggito scuote la radura, un suono gutturale che sembra risalire dalle viscere della terra. Le crepe nel terreno si allargano, vomitandoci contro un’ondata di aria gelida e un odore di morte che mi fa rivoltare lo stomaco. Dalla nebbia emergono creature d’ombra, esseri di fumo e cenere con occhi rossi affamati che brillano come braci. Sono almeno cinque, le loro forme indistinte che si muovono con una rapidità innaturale, artigli di tenebra che tagliano l’aria.

“Stammi vicino!” ringhia Kael, il suo corpo che inizia a tremare mentre si trasforma parzialmente, le mani che si allungano in artigli, i denti che si affilano. Nonostante la ferita, si lancia contro la prima creatura, un colpo che la fa dissolvere in un’esplosione di cenere, ma altre due gli sono subito addosso. Giulia ed Elisa, terrorizzate, afferrano rami spezzati e pietre dalla terra, pronte a difendersi, i loro volti una maschera di paura e determinazione.

Non ho scelta. Stringo il Sigillo, il dolore che mi trafigge il palmo mentre chiudo gli occhi per un istante, invocando il potere che mi scorre nelle vene. Un’ondata di luce argentea esplode da me, un bagliore freddo che illumina la radura e colpisce le creature come un’onda d’urto. Si dissolvono urlando, un suono che mi perfora le orecchie, ma il costo è immediato. Il vuoto dentro di me si allarga, un’oscurità che mi afferra il cuore e mi tira giù, facendomi crollare in ginocchio. Il respiro mi si spezza, il corpo che trema come se stesse per spezzarsi in mille pezzi. Ogni muscolo urla, ogni pensiero è un’eco di dolore.

“Alina!” La voce di Kael mi raggiunge, un grido disperato mentre si avvicina, tornando umano, il sangue che gli macchia il viso. Mi posa una mano sulla spalla, il tocco caldo che mi riporta indietro, anche solo per un istante. “Non sei sola. Ce la faremo,” dice, la voce spezzata, gli occhi ambra pieni di una promessa che non so se può mantenere.

La nebbia violacea si chiude di nuovo attorno a noi, il ronzio del varco che si intensifica come un battito morente. Un altro tremore scuote il terreno, un promemoria che il tempo sta finendo. Giulia, ansimante, stringe il manoscritto al petto e sussurra: “Dobbiamo andare alla Cripta. È la nostra unica possibilità.”

Alzo lo sguardo, gli occhi che bruciano di lacrime e stanchezza, ma anche di una scintilla di determinazione che non voglio perdere. Dentro di me, il vuoto sussurra, il Divoratore ride, e il Sigillo pulsa come un cuore malato. Quale prezzo dovrò pagare per salvare chi amo? Non lo so, ma mentre guardo Kael, Giulia ed Elisa, so che non posso arrendermi. Non ancora.