reader.chapter — Un’Ancora nella Notte

Alina

Un sussurro gelido mi sfiora la nuca, come dita invisibili che scavano nella mia mente. La Foresta di Selvoscuro si richiude intorno a noi, ma in questa radura il peso dell’oscurità sembra alleggerirsi, anche se solo per un istante. La nebbia violacea si dirada quel tanto che basta per lasciar intravedere un cielo nero, privo di stelle, un vuoto che rispecchia quello che mi divora dall’interno. Il terreno fangoso sotto i miei piedi è freddo, appiccicoso, e ogni passo sembra risucchiarmi un po’ di più. Mi accascio contro un albero contorto, la corteccia ruvida che mi graffia la schiena attraverso gli stracci che un tempo erano i miei vestiti. Il Sigillo di Umbra, stretto tra le mani tremanti, pulsa con un gelo innaturale, bruciandomi il palmo già segnato da una cicatrice infiammata. Ogni battito mi ricorda il vuoto che cresce dentro di me, un’ombra viva che mi reclama.