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Romanzi romantici in un solo posto

reader.chapterEchi del Passato


Lea Voss

Emergendo dall’abbraccio soffocante del Bosco Sussurrante, il mondo si spalancò davanti a noi in un silenzio che pesava come un sudario. Il villaggio abbandonato si stagliava ai piedi delle Montagne di Ombra, un ammasso di rovine di pietra crollate, avvolte da rampicanti luminescenti che pulsavano debolmente sotto un cielo plumbeo, come vene di luce morente. L’aria era densa, impregnata di un odore acre di erbe marce e cenere fredda, un ricordo di vite spezzate che sembrava aggrovigliarsi intorno al mio petto. Sentii il ciondolo d’argento di mia nonna Greta bruciare gelido contro la mia pelle, un’eco del Sangue d’Argento che mi scorreva dentro, come se questo luogo mi chiamasse, riconoscendo il mio tormento.

Mi fermai un istante, il respiro corto, mentre i miei occhi verdi scrutavano i cerchi di pietre bruciate sparsi tra le macerie, tracce di antichi altari che sembravano sussurrare di rituali dimenticati. Il peso del Cuore della Luna, custodito nella mia borsa, mi ricordava la nostra missione, ma anche il prezzo che potevo dover pagare. Ogni passo in questo luogo sembrava scavare più a fondo nel mio passato, un passato che non ero sicura di voler affrontare. La stanchezza mi schiacciava, il pallore spettrale della mia pelle quasi visibile persino sotto la luce fioca, e le occhiaie scavavano ombre sotto i miei occhi, un riflesso del gelo che mi consumava dall’interno.

Kyle si avvicinò, la sua figura imponente segnata dal dolore delle ferite recenti. La sua giacca di pelle era ancora macchiata di sangue secco, e la sua andatura zoppicante tradiva ogni sforzo per sembrare forte. “Restiamo vicini,” ordinò con voce roca, il tono profondo che celava a stento la sofferenza. I suoi occhi grigio tempesta mi sfiorarono per un istante, carichi di una preoccupazione che non riusciva a nascondere, e io distolsi lo sguardo, incapace di sostenere quella silenziosa accusa di fragilità. Il branco si sparpagliò con cautela tra le rovine, i beta guardinghi, mentre Maris scrutava i dintorni con occhi ambra vigili, la tensione evidente nei suoi lineamenti stanchi ma determinati.

Un’attrazione inspiegabile mi spinse verso una struttura centrale, un altare dimenticato tra le macerie, dove il terreno sembrava vibrare leggermente sotto i miei scarponi. Mi avvicinai, il cuore che batteva più forte, mentre il ciondolo al collo si faceva più freddo, quasi doloroso. La borsa pesava sulla mia spalla, ma fu il diario di Greta, custodito al suo interno, a sembrare improvvisamente vivo, scaldandosi contro il tessuto come se chiedesse di essere aperto. Con mani tremanti, mi inginocchiai accanto all’altare, la pietra fredda che mordeva attraverso i jeans. Estrassi il diario, le sue pagine ingiallite che sembravano pulsare sotto le mie dita. Non appena lo aprii, un vento inesistente lo sfogliò con violenza, fermandosi su una pagina che non avevo mai visto prima.

Il disegno mi mozzò il fiato. Due cristalli, uno scarlatto come il Cuore della Luna che portavo con me, l’altro nero come un’oscurità assoluta, erano intrecciati da catene di luce e ombra, un’immagine che sembrava viva, pulsante. Sotto, con l’inchiostro sbiadito della calligrafia di Greta, c’era una frase criptica: “Ciò che unisce, deve spezzarsi.” Rabbrividii, il gelo del Sangue d’Argento che si intensificava nelle mie vene, come se il mio stesso corpo reagisse a quelle parole. La mia mente corse al legame con Kyle, all’unica cosa che mi teneva ancorata alla mia umanità. Era questo il prezzo del Cuore di Mezzanotte? Spezzare ciò che mi legava a lui per salvare il branco? La visione della Regina della Luna mi attraversò come un fulmine, quella figura disumana che ero destinata a diventare, con Kyle che si dissolveva in cenere sotto i miei occhi imploranti. Le mie dita si strinsero sul diario, il cuore che martellava contro le costole, mentre il terrore mi avvolgeva come una nebbia densa.

“Cosa hai trovato? Sembri un fantasma.” La voce profonda di Kyle mi strappò dai miei pensieri, e alzai lo sguardo per trovarlo a pochi passi da me, le spalle larghe che sembravano portare il peso del mondo. Il suo viso era una maschera di preoccupazione, le cicatrici recenti che tagliavano la sua pelle abbronzata come moniti di battaglie appena sopravvissute. I suoi occhi grigio tempesta mi scrutavano, cercando risposte che non ero pronta a dare.

“Solo vecchie storie,” mentii, chiudendo il diario con un gesto rapido, la voce che tremava appena. “Niente di utile ora.” Distolsi lo sguardo, incapace di sostenere la sua intensità, temendo che potesse leggere il tumulto che mi divorava dentro. Kyle si avvicinò di un passo, e quando la sua mano sfiorò la mia mentre cercava di rassicurarmi, un’ondata di calore mi attraversò, un contrasto così netto con il gelo che mi consumava da farmi quasi vacillare. Il suo tocco era ruvido, calloso, ma carico di una promessa silenziosa, e per un istante desiderai lasciarmi andare, premere il mio corpo contro il suo e dimenticare tutto—la maledizione, il prezzo, il terrore. I nostri sguardi si incrociarono, il desiderio represso che bruciava tra noi come una fiamma che non potevamo permetterci di alimentare. Ma mi ritrassi, il gelo del ciondolo che mi riportava alla realtà, il timore di perdere tutto ciò che ci legava troppo forte per ignorarlo.

Prima che potessi dire altro, un rumore di passi pesanti ci interruppe. Maris corse verso di noi, il volto teso, i muscoli definiti sotto la maglia logora tesi per l’urgenza. “Dobbiamo muoverci, ora,” disse, il tono pacato ma carico di preoccupazione. “Ho trovato tracce fresche. Impronte recenti, e un odore che non mi piace. Sono vicini.” Il suo sguardo ambra si spostò verso le ombre tra le rovine, come se potesse vedere i ribelli di Erich nascosti tra i rampicanti luminescenti.

Un brivido mi corse lungo la schiena, il nome di Erich che si insinuava nella mia mente come un veleno. La paura si riaccese, un fuoco che mi bruciava dentro, mentre stringevo il diario contro il petto, come se potesse proteggermi da ciò che ci aspettava. Kyle si raddrizzò, nonostante il dolore evidente nei suoi movimenti, e la sua voce tornò autoritaria, anche se roca. “Radunatevi. Ce ne andiamo subito.” Il suo ordine tagliò l’aria come una lama, e i beta si mossero rapidamente, un silenzio pesante che calava sul gruppo mentre raccoglievano le poche cose che avevamo.

Nascosi il diario nella borsa, le dita ancora tremanti, decisa a decifrare il messaggio di Greta da sola. Non potevo permettere che Kyle lo sapesse, non ora, non quando il suo bisogno di proteggermi poteva spingerlo a sacrificarsi per me. Il cielo sopra di noi si oscurò ulteriormente, nubi dense che sembravano premere verso il basso, un presagio delle tempeste di cenere che ci aspettavano nelle Montagne di Ombra. Lanciai un ultimo sguardo alle rovine, il cuore stretto da un’eco di dolore che sembrava provenire dalle pietre stesse. Questo villaggio, un tempo rifugio di curatrici esiliate come Greta, mi chiamava, un monito di scelte e sacrifici che potevo presto dover affrontare.

Mentre ci allontanavamo, un fruscio tra i rampicanti mi fece sobbalzare, il respiro che si bloccava in gola. Non vidi nulla, ma la sensazione di essere osservata, di occhi invisibili che ci seguivano dall’ombra, mi strinse il petto come una morsa. Stringendo la borsa con il Cuore della Luna e il diario, accelerai il passo, sapendo che ogni istante in questo luogo ci avvicinava a un pericolo che non potevo ancora comprendere. Le Montagne di Ombra ci aspettavano, e con loro, forse, la verità sul prezzo che avrei dovuto pagare.